Nel 1617 Robert Fludd pubblica il suo Utriusque Cosmi Historia. Si tratta di un’opera enciclopedica sugli intimi rapporti e corrispondenze che legano Macrocosmo e Microcosmo, tema molto caro agli scienziati e pensatori pre-illuministi, attraverso il quale si riteneva di poter interpretare e comprendere nel loro complesso i fenomeni celesti come quelli terreni, i naturali come quelli umani, tutti uniti da una rete di corrispondenze, penetrate le quali nulla sarebbe stato più occultato alle conoscenze dei ricercatori. Questo Trattato sulla Geomanzia, per la prima volta tradotto in lingua italiana, rappresenta solo una parte della sezione dedicata al “Microcosmo” ed è derivato dalla traduzione francese che nei primissimi anni del Novecento ne fece Pierre Vincent Piobb, il quale, nella sua prefazione, così si esprime a riguardo: “Una scienza molto profonda si cela dietro l’arte semplicemente divinatoria della Geomanzia. I moderni che si sono proposti, con un lodevole spirito di progresso, di rinnovare tutte le antiche scienze obliate o misconosciute, devono riscoprire quella. Essa sarà certamente feconda – in termini di utili scoperte – per l’evoluzione dell’umanità.”
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