Traduzione dal tibetano di Enrico Dell’Angelo
“Nei linguaggi degli dei, dei naga e degli yaksa, Nell’idioma degli spiriti e nelle lingue degli uomini, Nei linguaggi di tutti gli esseri, In tutte le favelle la dottrina è stata spiegata.”
Questo piccolo gioiello della letteratura buddhista è una favola tibetana ove si narra di un cuculo saggio che trasmette l’insegnamento del Buddha ai suoi simili. Intorno a lui, per ascoltarlo, si radunano gli uccelli dell’India e del Tibet e ognuno di essi esprime poi, con il proprio canto, il suo pensiero. Si avvicendano così, prendendo la parola, uccelli di tutte le specie, pavoni, pappagalli, gru, oche, avvoltoi, ecc. e tutti vengono ritratti con grazia e semplicità dall’autore. In questo modo, prìncipi fondamentali del Buddhismo e concetti appartenenti alla saggezza popolare tibetana vengono espressi con tale spontaneità e freschezza che il lettore, anche il più lontano, per propria formazione, dai modi di pensare dell’oriente, viene subito incantato ed è posto in condizione di assaporare direttamente lo spirito vivo di quell’insegnamento che la lettura di un arido testo filosofico difficilmente potrebbe comunicarli.
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